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sentirovoro NOTE DI STORIA.
(sintesi da Guida Bepi Magrin ediz. 2004)
Il Voro d'Uderle è una sorta di ampio canale che immette sulla forcella d'Uderle e che rappresentava in origine una delle principali vie seguite, per lo più in discesa, dagli scalatori che superavano le alte e difficili pareti del Sojo d'Uderle e delle vicine balze rocciose. La sua prosecuzione, per canali in parte erbosi e tratti di vajo fino alle soprastanti opere di guerra che si collegano con imponenti lavori di viabilità alla famosa strada delle 52 gallerie, costituisce un itinerario di ambiente ricco di suggestioni e di scorci singolarissimi sul Pasubio. Nel Voro vero e proprio, in particolare, si godono visioni indimenticabili sulle alte e verticali pareti del Soglio Rosso, la cui parete Sud viene interamente attraversata alla base prima che l'itinerario si sviluppi nella sua parte centrale.

Il percorso, non facile e che richiede oltre ad un buon allenamento una certa esperienza escursionistica, è stato ripristinato dalla S.A.V. negli anni che vanno dal 2001 al 2005. La durata dei lavori è stata, purtroppo, notevolmente allungata per effetto di ripetuti vandalismi che hanno costretto a sospendere più volte le opere di ripristino protraendone oltremodo i tempi di rimessa in sicurezza. L'itinerario risulta quindi nuovamente agibile, ma proprio per i deprecabili fatti appena accennati si invita a percorrerlo con la massima attenzione e prudenza.
La Società Alpinisti Vicentini ha ritenuto di ripristinare il sentiero alpinistico, oltre che per offrire agli escursionisti la possibilità di percorrere in relativa sicurezza uno dei più pittoreschi itinerari del Pasubio, anche per rendere omaggio al proprio Socio Fondatore Guida Alpina Francesco Padovan che unitamente a Gino Bortolan, altro pioniere dell'alpinismo vicentino, violò la parete Sud del Soglio Rosso, lungo la via del Gran Solco il 1° Luglio 1928. Una targa ricordo è stata posata il 15 Maggio 2005 con cerimonia alla quale sono intervenute diverse associazioni alpinistiche vicentine.

ACCESSO
sentirovoro1Dalla località Ponte Verde lungo la SS 46 del Pasubio, si prende a destra per chi sale, la Strada per il Colle Xomo che si segue per ca. 400 metri fino ad arrivare, quasi su un ripiano, ad un piccolo incrocio. Da qui si prende a sinistra una stradina sterrata verso l'alto del Prà dei Penzi, inoltrandosi poi nel bosco. Seguendo sempre la via principale si giunge, dopo circa 1 Km. ad uno slargo con evidenti segnaletiche per Val Fontana d'Oro ecc.. Si procede ancora per la carrareccia (strada di Raspanche), che piega decisamente a sinistra, fino ad incontrare, dopo ca. 200 mt. sulla dx, un grosso masso con il segnavia N. 317 (quota 1070 slm). Qualche metro più in alto, sempre ben visibile dalla strada, si nota la tabella iniziale del sentiero con le prescritte informazioni principali.

 

PERCORSO

Il sentiero punta decisamente verso le incombenti pareti del Soglio Rosso. Sale ripido per ghiaie e pendici erbose puntando ad un canale abbastanza marcato che discende dall'intaglio sottostante il Campanile di Val Fontana d'Oro che si intravede in alto. Superato il canale fin quasi alla grande parete rocciosa, il sentiero piega a sinistra proseguendo parallelo alla parete stessa lungo la sua base.
Dopo avere indossato prudentemente il casco si continua fin quasi al termine della parete ove si possono notare gli attacchi di alcune vie di roccia tra cui quello del Gran Solco con la targa posta a ricordo dei compianti Francesco Padovan e Gino Bortolan, pionieri dell'alpinismo vicentino (h 0,45 dalla tabella di partenza).

sentirovoro2Si perviene quindi alla base del Voro che sale tra vertiginose pareti. Toccate le rocce ci si innalza brevemente in un accenno di canale con un passo esposto a sx (chiodo) per poi prendere a salire per roccette in un breve vajo dal quale, seguendo gli evidenti segnavia, si piega successivamente, sempre a sx per ripidissimo pendio in parte erboso. Si sale ora per un buon tratto sulla traccia abbastanza visibile, piegando più in alto leggermente a destra verso un canalino alla base del quale si nota una catena metallica che consente di salire abbastanza agevolmente alla Bocchetta d'Uderle (mt 1530); possibilità di sosta con panorama sulla Val Canale e sul Soglio dell'Incudine (h 1,20 dalla partenza).
Si prosegue ora più facilmente per il sentiero tra i mughi e successivamente stretto e intagliato nel ripidissimo pendio che precipita sulla citata Val Canale. Lo si percorre, rimanendo in pratica sotto la Guglia del Frate, fino ad incontrare due corde metalliche installate precauzionalmente per l'estrema facilità con la quale il sentiero subisce erosioni in quel tratto franoso. Superate le corde si scende in una verde valletta che si rimonta, dapprima su roccette franose e poi su ripide zolle, fino a toccare una selletta panoramica a quota 1610 (h 2,15 complessive).
Si segue la segnaletica ufficiale bianco-rossa (evitando i bolli rossi non regolamentari che salgono a dx verso la cima del Soglio Rosso e che vengono utilizzati dai rocciatori per l'uscita dalle vie in parete).
Si prosegue tenendosi al limitare dei mughi, sempre seguendo la segnaletica (picchetto bianco-rosso) in un alternarsi di brevi saliscendi fino a pervenire ad un più marcato vajetto nel quale si entra facilitati anche da due maniglie o cambre metalliche.

sentirovoro3Si risale il lungo, faticoso, ma facile valloncello seguendo i segnavia bianco-rossi, facendo attenzione nei tratti completamente erbosi e piuttosto ripidi. Al culmine del vallone sci esce in un'ampia forcella erbosa (Sella Soglio Rosso mt 1880 ca. – h 3,00 progress.) ove si notano le prime tracce di alcune opere della prima guerra mondiale.
Per un sentiero ora più evidente e comodo si prosegue a sx giungendo a resti di opere murarie evidenti. Da qui si seguirà la via militare passando accanto a quello che rimane di una vecchia teleferica fino a pervenire alla Strada delle Gallerie in prossimità della 48^ (h 3,30 dalla partenza). Proseguendo verso sx si potrà raggiungere in circa 15 minuti il Rif. Gen. Achille Papa alle Porte del Pasubio.
RITORNO
Il rientro al punto di partenza può avvenire lungo la Val Canale avendo cura, a circa metà della stessa, alla fine del lungo pianoro in cui si incontra un bivio molto ben segnalato, di scendere a sx proseguendo lungo il sentiero 311. Dopo ca. 15 minuti si perviene ad un nuovo bivio – sempre segnalato – e da qui ci si innesta, ancora sulla sx, sul raccordo al sent. 322 che in ca. altri 15 minuti porterà alla Strada di Raspanche (tabella iniziale Voro) e quindi al Prà dei Penzi (h 1,30 ca. dal Rif. Papa) .
L'alternativa, per coloro che non fossero interessati a raggiungere le Porte del Pasubio, è rappresentata dalla discesa per la Val Fontana d'Oro, informandosi preventivamente sulla sua transitabilità non sempre possibile causa frane. Quindi, una volta pervenuti in salita alla fine del sent. 317 del "Voro" sulla Strada delle Gallerie, proseguire verso dx fino al Passo di Val Fontana d'Oro e da qui (segn. 322) scendere per la valle omonima fino ad incontrare, alla sua base, la Strada di Raspanche ed il Prà dei Penzi (h 1,30 ca. dalla 48^ Galleria).

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